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Livio Ober - Anni '50/'60

Caricatura di Renato Lunelli

Renato Lunelli (n. 14.05.1895 + Trento 14.1.1967). Organologo, organista, compositore.
Concluse gli studi presso l’Accademia commerciale di Trento mentre prendeva lezioni di organo da Attilio Bormioli e armonia da Vincenzo Gianferrari, sospese durante la guerra mondiale.
Al termine della guerra riprese lo studio della musica con gli stessi maestri, rivolgendo anche il suo interesse alla storia musicale trentina e soprattutto alla storia dell’organo italiano.
Nel 1920 fu nominato organista in S. Maria Maggiore; avviò la riforma dell’organo della chiesa potata a termine nel 1930.
In quell’anno organizzò a Trento il primo Congresso organistico italiano che diede una svolta ai criteri costruttivi dello strumento.
Legato all’Associazione italiana S. Cecilia vi apportava le sue idee per una definizione dell’organo classico italiano basata su ricerche storiche.
Nel gennaio 1950 fu incaricato dall’Associazione per il Segretariato della categoria Organari.
Impiegato presso il comune di Trento dal 1919, nel 1953 ebbe l’incarico di dare una sistemazione alla Sezione musicale della Biblioteca comunale.
La partecipazione alla vita musicale trentina si estrinseca, oltre che nelle musiche composte in prevalenza per le esecuzioni sacre in S. Maria Maggiore, nella presenza in associazioni musicali e nel seguire le varie attività anche dalle pagine dei giornali in qualità di critico, dal 1918 al 1925 per il Nuovo Trentino, dal 1927 al 1943 per l’Avvenire d’Italia, dal 1945 al 1960 per l’Adige.
Le sue ricerche per la storia musicale trentina e sull’organo italiano venivano rese note in articoli su varie riviste ed enciclopedie.
Del 1956 e 1958 sono le due pubblicazioni di maggior rilievo, il Der Orgelbau in Italien, e L’arte organaria del rinascimento a Roma.
Postumo nel 1973, apparve il suo lavoro sull’organaria veneta. Nel 1960 fu uno dei fondatori della rivista L’Organo.
Per i suoi studi innovativi sulla storia organaria italiana, nel clima di scarse ricerche sull’argomento degli anni passati, venne considerato quale padre dell’organologia italiana.
Come compositore ha rivolto il suo interesse principalmente alla musica sacra. L’organico normale era per quattro voci virili e organo.
Pur rimanendo nel clima del cecilianesimo del momento vi si trova una ricerca armonica ricca di effetto. Poche le musiche non pensate per uso liturgico; lavoro principale rimane l’oratorio il Beato Stefano Bellesini del 1940 dove sull’armonia tardo romantica innesta un lirismo che richiama quello del verismo italiano, e in alcuni cori una tendenza alla semplicità popolareggiante.

Tratto dal Dizionario dei musicisti nel Trentino
a cura di A. Carlini e C. Lunelli – 1992